non è ancora mezzanotte quando arriviamo lungo il fiume che taglia la città in due parti , il mio cellulare segna le 23.51 e ci affidiamo a quell'ora per il tempo di mettere a terra la bottiglia di vino vuota da cui faremo partire i nostri fuochi artificiali.
quella insignificante bottiglia di vino diventa il fulcro di una pulsante attività fuoco-artificiale: tutti la usano, tutti la vogliono. noi, da parte nostra, vorremo solo le stelline luminose al posto dei fuochi artificiali che fanno solo botto e paura e che erano purtroppo inclusi nel pacco comprato all'ultimo minuto.
la gran parte delle persone si accalca sul ponte (pedonale?), il resto è sparpagliata lungo le sponde. che strano modo di festeggiare capodanno: senza una piazza, senza un orologio luminoso e illuminato, senza un count-down più grande di noi. solo la gente che canta, che parla, che si sfrega le mani nei guanti, che batte i denti e fa uscire il fumo dalla bocca. il mio cellulare segna le 23.54 e cominciamo lentamente a sfilare i tappi dei due spumanti dal loro involucro. lentamente perchè non vorremmo mai che una bottiglia.
si è aperta prima del dovuto,
cominciamo a bere
tanto ne abbiamo un'altra
nonostante i fuochi artificiali amatoriali, il battello illuminato, le luminarie alle nostre spalle e la luce dei lampioni, il lungo fiume è buio.
sono le 23.57
o no?
sono le 23.55?
le 23.58?
forse dobbiamo iniziare il count-down, ma questa lingua non si capisce, la lingua di centinaia di individui che parlano, ridono, contano e cantano tutti insieme.
il mio cellulare è avanti, l'orologio di i. è indietro e b. è perso dietro i suoi fuochi artificiali.
una bottiglia è andata, la prossima la apriamo in tempo.
ma quale tempo?
senza il count-down ufficiale che ha segnato tutti i miei capodanni ce ne stiamo lì, contiamo sperando che il nostro zero corrisponda a quello degli altri e alla fine decidiamo che è capodanno, dai volti di chi ci circonda, dall'aumentare impercettibile di fuochi d'artificio nel cielo e dalle grida più pronunciate.
se abbiamo spaccato il secondo, se il nostro zero è coinciso con quello di questa fetta di mondo, non lo sappiamo: beviamo i nostri vini bianchi e ci abbracciamo.
ma mi piace pensare che la nostra mezzanotte non sia coincisa perfettamente con quella degli altri, che il momento preciso - lo zero - ci sia scivolato tra le gambe sul ghiaccio misto a neve del marciapiede e che abbia spinto il 2011 dentro le nostre vite dalla porta del retro.
mi piace pensare che questo sarà diverso da tutti gli altri anni proprio perchè non sono sicura del quando è cominciato.
1 comments:
e io te lo auguro con tutto il cuore che questo anno sia diverso (in meglio) :)
Blondeinside
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