martedì 11 gennaio 2011

in cui brad pitt evoca importanti riflessioni sui pearl jam, l'amicizia e tutto quanto

per quanto facesse acqua da tutte le parti, dobbiamo ammettere che vi presento joe black si rese indimenticabile al grande pubblico non solo per la morte improvvisa (e goduriosa) di brad pitt all'inizio del film, ma anche per la memorabile frase pronunciata inizialmente da anthony hopkins e poi ripetuta dallo stesso brad nei panni del defunto joe black. la frase recitava:
We all know this deal is as certain as death and taxes.
premesso che la frase di cui sopra perde in veridicità se applicata alla situazione fiscale italiana attuale, può riacquistare valenza (e dignità) se a "tasse" sostituiamo "pearl jam".
questa profonda riflessione giunge non a caso a 3 giorni dal leak di live on ten legs. l'ennesimo live dei pearl jam, santiddio, penserete voi.
non proprio.
live on ten legs è, sì, l'ennesimo live dei pearl jam. ma è anche - insieme a tutti gli altri live - un cd che rispetta pienamente il primo teorema dei pearl jam, ovvero:
1. è possibile apprezzare pienamente i pearl jam solo ascoltandoli dal vivo
capirete quindi l'utilità di avere tanti cd live, perfetti surrogati di tutti i concerti dei pearl jam che non siete andati a vedere. (a torto, se chiedete la mia opinione).
ma procediamo.
anche io, da fan dei pearl jam indebolita da una momentanea immersione nel culto di bruce, ho pensato pregiudizievolmente (uh, che avverbio lungo!) che live on ten legs sarebbe stato l'ennesimo live.
finchè non sono arrivata a:
  1. la versione di in hiding più bella che io abbia mai ascoltato
  2. una versione live di got some che mi ha fatto apprezzare una canzone bollata da subito come 'orrore'
  3. una just breathe buttata lì da eddie con una nonchalance tanto fastidiosa quanto impressionante
l'ascolto ripetuto di live on ten legs negli ultimi tre giorni, combinato a problemi di distanze relazionali con la mia migliore amica (una presenza costante nella mia vita dalla tenera età di 16 anni), mi ha fatto raggiungere la seguente conclusione:
Nella vita non c'è niente di certo, tranne la morte. e i pearl jam.
ora, se mi chiedessi di spiegartelo, te lo spiegherei con un solo aggettivo: solida.
'solida' è la musica dei pearl jam alle mie orecchie. 'solide' sono le loro canzoni anche se ascoltate per un numero spropositato di volte in un numero altrettanto spropositato di versioni. 'solido' è l'appoggio che mi danno da dieci anni a questa parte, ovvero dalla sera in cui qualcuno di mia conoscenza si mise a cantare a squarcia gola daughter nella sua panda rattoppata con nastro adesivo marrone.
conosco i pearl jam da meno tempo della mia migliore amica, e con rammarico devo constatare che il mio rapporto con loro è più solido di un'amicizia che si sta inevitabilmente sfilacciando.
avrei voluto che andasse in modo diverso? certo che sì, che domande.
non auguro a nessuno di vedere il proprio o la propria migliore amica allontanarsi un passo alla volta.
ma, mentre lei se ne va pur rimanendo a una distanza ridicola da casa mia, altri legami si rafforzano e garantiscono solidità.
tanta quanto quella che mi offrono i pearl jam da 10 anni a questa parte? alcuni sì. per altri, ne riparliamo tra dieci anni, alla pubblicazione di live on twenty legs.
come sempre, però, sono ottimista.

2 comments:

Elena ha detto...

"premesso che la frase di cui sopra perde in veridicità se applicata alla situazione fiscale italiana attuale"
:D
(Chiedo scusa che il mio commento si limiti a sottolineare questo!)

Byron ha detto...

Qualcuno glielo dica a Brad Pitt che questa è la cosa più importante che ha fatto nella sua vita. Amen, sister. Oggi anche su JunkiePop parlano di PJ. Hail, hail...

 
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