(per chi se lo chiedesse, il secondo film di sex and the city l'ho visto volutamente in ritardo. e volutamente mi sono rifiutata di pagare il biglietto del cinema. ora, se volete, arrestatemi pure).
tra le tante ragioni per cui ho amato ogni singola serie di sex and the city (aidan, aidan vs big, l'abso-fucking-lutely, il sarcasmo pungente di miranda e la sigla iniziale), tra le tante ragioni, dicevo, c'era quella per cui ho sempre sostenuto - davanti a chi bollava lo show come un'idiozia fuori dal mondo infarcita di prodotti costosi e volgarità - che si trattava della serie tv che più di tutte discuteva la femminilità, il sesso e - soprattutto - l'amore con originalità, intelligenza e profondità.
in sei serie sex and the city non mi ha mai delusa. non nella prima stagione, debole, nè nella sesta, leggermente eccessiva (e poi diciamocelo, aleksander petrovsky non lo si poteva vedere, lui e quel dannatissimo pianoforte).
il sesso era usato abilmente come pretesto per parlare d'amore, e l'amore non era mai scontato, mai edulcorato: carrie, samantha, charlotte e miranda si sono prese le loro belle porte in faccia, come tutte noi, e come tutte noi si sono rialzate ogni volta grazie (anche) alle loro migliori amiche.
persino il primo film di sex and the city mi era piaciuto. nonostante le lamentele per lo spudorato product placement, ci sono almeno due scene in sex and the city (il film) che valgono le intere sei serie: la prima è il giorno del matrimonio di carrie & big.
mr big - come tutti, o almeno tutte sappiamo - la pianta senza neanche arrivare all'altare, lei prende e va via con le sue amiche ma riesce a incrociare la macchina di big, scende, lo pesta per bene con i graziosissimi fiori bianchi del suo bouquet e, prima di risalire in macchina, si lascia abbracciare forte da charlotte, che - di rimando - fulmina big mentre il povero tonto cerca di riparare al danno fatto.
(oh big, come sei sempre fuori tempo e, per questo, perfettamente in tempo).
ecco: l'essenza dell'amicizia, per me, sta tutta in quello sguardo furioso di charlotte e in quel no deciso e protettivo e violento.
l'altra scena - che forse in italia avevano tagliato, non ricordo - vede carrie arrivare in messico e chiudersi nel bagno di quella che doveva essere la suite dei novelli sposi: si toglie gli occhiali ed è sfinita. dalla delusione, dalle lacrime, dall'insonnia. e si vede tutto sul suo viso, che è poi quello (notevolmente) invecchiato di sarah jessica parker. ecco, quando ho visto questa scena se avessi avuto sjp di fianco a me le avrei stretto la mano, per il coraggio di mostrare un viso così disfatto con una dignità da premiare.
sex and the city 2 riesce nell'impresa difficilissima di mandare a puttane ben 12 anni nel giro di due (infinite) ore e lo fa nel modo più denigrante: svilendo le quattro donne che ne erano il cuore e trasformandole in oche.
ho detto oche? ho detto oche.
non c'è un minuto di sex and the city 2 in cui ho provato simpatia per charlotte, alle prese con due figlie, per miranda e la sua ossessione per il lavoro e l'organizzazione compulsiva di ogni momento libero o per la volgarità di samantha - che raggiunge il suo culmine verso la fine, quando insulta gli uomini arabi che si offendono per la sua scollatura eccessiva al mercato delle spezie.
e nemmeno per un secondo ho provato simpatia o empatia per carrie, che nel giro di due anni si è trasformata in una donna isterica, incontentabile, incapace di godersi l'uomo che ama e che ha rincorso dalla prima stagione fino alla sesta.
dio santo, carrie: sei riuscita a conquistare mr. big. mr. big! e noi tutte abbiamo fatto il tifo per te, nonostante il nostro cuore battesse in fondo in fondo anche per aidan. e adesso che siete sposati, cristo santo gli fai storie perchè mette i piedi sul divano e perchè vuole vedere la televisione a letto?!
a questo punto michael patrick king potrebbe picchiettare con un dito sulla mia spalla, aspettare che mi volti e sussurrarmi: era voluto.
ma anche no, caro mpk. per sei stagioni hai insegnato al mondo intero che le donne sono un universo complesso, ricco di sfumature, piene di contraddizioni e nel tuo secondo tentativo (fallito) da regista le trasformi in macchiette che non riscuotono simpatia nemmeno tra le loro simili?
e infatti, alla fine del film, la mia simpatia è andata tutta a quel mr. big che mi ha fatto penare negli ultimi anni - perchè ognuna di noi ha avuto un mr. big nella sua vita - quel mr. big sconfitto da una moglie che non lo capisce, troppo preoccupata a mantenere le apparenze.
la stessa carrie che chiudeva la sesta stagione di sex and the city con queste parole:
l'unica geniale intuizione carrie ce l'ha solo verso la fine, ma viene spazzata via dall'eleganza impacciata e dal romanticismo di mr. big che - tradito con un aidan troppo abbronzato - le regala un diamante nero per ricordarle "quanto è unica".
era unica, carrie. adesso è soltanto una casalinga disperata.
e a me le casalinghe disperate (con appartamento a manhattan) fanno solo una gran pena.
tra le tante ragioni per cui ho amato ogni singola serie di sex and the city (aidan, aidan vs big, l'abso-fucking-lutely, il sarcasmo pungente di miranda e la sigla iniziale), tra le tante ragioni, dicevo, c'era quella per cui ho sempre sostenuto - davanti a chi bollava lo show come un'idiozia fuori dal mondo infarcita di prodotti costosi e volgarità - che si trattava della serie tv che più di tutte discuteva la femminilità, il sesso e - soprattutto - l'amore con originalità, intelligenza e profondità.
in sei serie sex and the city non mi ha mai delusa. non nella prima stagione, debole, nè nella sesta, leggermente eccessiva (e poi diciamocelo, aleksander petrovsky non lo si poteva vedere, lui e quel dannatissimo pianoforte).
il sesso era usato abilmente come pretesto per parlare d'amore, e l'amore non era mai scontato, mai edulcorato: carrie, samantha, charlotte e miranda si sono prese le loro belle porte in faccia, come tutte noi, e come tutte noi si sono rialzate ogni volta grazie (anche) alle loro migliori amiche.
persino il primo film di sex and the city mi era piaciuto. nonostante le lamentele per lo spudorato product placement, ci sono almeno due scene in sex and the city (il film) che valgono le intere sei serie: la prima è il giorno del matrimonio di carrie & big.
mr big - come tutti, o almeno tutte sappiamo - la pianta senza neanche arrivare all'altare, lei prende e va via con le sue amiche ma riesce a incrociare la macchina di big, scende, lo pesta per bene con i graziosissimi fiori bianchi del suo bouquet e, prima di risalire in macchina, si lascia abbracciare forte da charlotte, che - di rimando - fulmina big mentre il povero tonto cerca di riparare al danno fatto.
(oh big, come sei sempre fuori tempo e, per questo, perfettamente in tempo).
ecco: l'essenza dell'amicizia, per me, sta tutta in quello sguardo furioso di charlotte e in quel no deciso e protettivo e violento.
l'altra scena - che forse in italia avevano tagliato, non ricordo - vede carrie arrivare in messico e chiudersi nel bagno di quella che doveva essere la suite dei novelli sposi: si toglie gli occhiali ed è sfinita. dalla delusione, dalle lacrime, dall'insonnia. e si vede tutto sul suo viso, che è poi quello (notevolmente) invecchiato di sarah jessica parker. ecco, quando ho visto questa scena se avessi avuto sjp di fianco a me le avrei stretto la mano, per il coraggio di mostrare un viso così disfatto con una dignità da premiare.
sex and the city 2 riesce nell'impresa difficilissima di mandare a puttane ben 12 anni nel giro di due (infinite) ore e lo fa nel modo più denigrante: svilendo le quattro donne che ne erano il cuore e trasformandole in oche.
ho detto oche? ho detto oche.
non c'è un minuto di sex and the city 2 in cui ho provato simpatia per charlotte, alle prese con due figlie, per miranda e la sua ossessione per il lavoro e l'organizzazione compulsiva di ogni momento libero o per la volgarità di samantha - che raggiunge il suo culmine verso la fine, quando insulta gli uomini arabi che si offendono per la sua scollatura eccessiva al mercato delle spezie.
e nemmeno per un secondo ho provato simpatia o empatia per carrie, che nel giro di due anni si è trasformata in una donna isterica, incontentabile, incapace di godersi l'uomo che ama e che ha rincorso dalla prima stagione fino alla sesta.
dio santo, carrie: sei riuscita a conquistare mr. big. mr. big! e noi tutte abbiamo fatto il tifo per te, nonostante il nostro cuore battesse in fondo in fondo anche per aidan. e adesso che siete sposati, cristo santo gli fai storie perchè mette i piedi sul divano e perchè vuole vedere la televisione a letto?!
a questo punto michael patrick king potrebbe picchiettare con un dito sulla mia spalla, aspettare che mi volti e sussurrarmi: era voluto.
ma anche no, caro mpk. per sei stagioni hai insegnato al mondo intero che le donne sono un universo complesso, ricco di sfumature, piene di contraddizioni e nel tuo secondo tentativo (fallito) da regista le trasformi in macchiette che non riscuotono simpatia nemmeno tra le loro simili?
e infatti, alla fine del film, la mia simpatia è andata tutta a quel mr. big che mi ha fatto penare negli ultimi anni - perchè ognuna di noi ha avuto un mr. big nella sua vita - quel mr. big sconfitto da una moglie che non lo capisce, troppo preoccupata a mantenere le apparenze.
la stessa carrie che chiudeva la sesta stagione di sex and the city con queste parole:
Later that day I got to thinking about relationships. There are those that open you up to something new and exotic, those that are old and familiar, those that bring up lots of questions, those that bring you somewhere unexpected, those that bring you far from where you started, and those that bring you back. But the most exciting, challenging and significant relationship of all is the one you have with yourself. And if you can find someone to love the you you love, well, that's just fabulous.nelle due ore del film non dimostra un briciolo di sale in zucca ma preferisce di gran lunga blaterare fino a esaurire la nostra pazienza.
l'unica geniale intuizione carrie ce l'ha solo verso la fine, ma viene spazzata via dall'eleganza impacciata e dal romanticismo di mr. big che - tradito con un aidan troppo abbronzato - le regala un diamante nero per ricordarle "quanto è unica".
era unica, carrie. adesso è soltanto una casalinga disperata.
e a me le casalinghe disperate (con appartamento a manhattan) fanno solo una gran pena.
5 comments:
questa è l'istantanea perfetta dell'intero film, sottoscrivo ogni parola ;D
aha mi fa piacere :)
Che pena questo film. Anch'io sono rimasta delusa, che pena ... Io tifero' sempre per Aidan, comunque. Ho tutta la serie e il 1° film (si salvava in corner, hai ragione), questo voglio proprio dimenticare d'averlo visto!
Io mi sono rifiutata di andarlo a vedere. Temevo proprio cio' che descrivi... Mi hai tolto l'ultimo dubbio, grazie ;-) Mi tengo la passione per tutto il pre!!! Chiara
cri: ma non era troppo abbronzato aidan in questo film? non so, c'aveva un aria da pappone. era anche il mio preferito, ma big in versione pantofolaio è irresistibile!
clarita: contenta di averti risparmiato il disgusto :)
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