giovedì 19 agosto 2010

in cui ho tutta la vita davanti

ecco un film che avrei preferito non vedere.
io tutta la vita davanti vorrei dimenticarlo, e anche subito.
ma 'ho tutta la vita davanti' risuona nelle mie orecchie
ho tutta la vita davanti
ho tutta la vita davanti
ho tutta la vita davanti
che vita, poi?
la nostra generazione, quella dei quasi trentenni, è una generazione disillusa dalla vita, delusa dal mondo, che non si aspetta nulla, perchè farlo sarebbe rischiare di incassare l'ennesima delusione.
grazie, lo sapevo.
l'avevo chiarissima in mente, questa sensazione, almeno da quando ho capito che no, non sarei diventata una traduttrice letteraria.
incassa e prosegui.
quindi avrei anche potuto evitare di guardare tutta la vita davanti, e invece.
così paolo virzì mi martella in testa all'una di notte peggio del romanticismo malinconico di dieci inverni, peggio delle canzoni che ti ricordano i tuoi fidanzati, peggio persino di quella striscia di calvin e hobbes che ho buttato via da un pezzo.
tutta la vita davanti è un film che dovrebbero vietare. ai precari.
perchè sbatte il nostro in prima pagina: le nostre paure, la fragilità, la solitudine, le domande. ho tutta la vita davanti ma è questa la vita che ho davanti? il mio karma deve essere messo male, se dopo tutti questi sforzi, questi anni spesi a costruirmi un percorso, a rintracciare nelle scelte che ho fatto un senso, se dopo tutto questo lavorare di mani, di testa, di corpo il risultato è questa vita.
che vivo - viviamo? - senza guardare più di qualche metro più in là. i sogni? i sogni ce li abbiamo, ma assomigliano a film che mettiamo nel lettore dvd per passare il tempo, sicuri - quasi sicuri - che non li realizzeremo. e non perchè non siamo in grado, ma perchè non ci è data l'opportunità di farlo.
le mie parole, le mie parole che spendo tutti i giorni scrivendo stupidate - per lavoro - le mie parole vorrei spenderle per altro. vorrei poter tacere per far parlare le parole di uno scrittore straniero, al posto mio. oppure vorrei poter coltivare le mie parole, farle diventare frasi, e poi paragrafi e poi pagine, intessere un discorso invece di scandire frammenti di frasi.
senza significato.
siamo frammenti, e frammentati. e perdiamo per questo.
abbiamo già perso.

6 comments:

simone ha detto...

droga internet, tutto il tempo a scrivere/leggere. poco tempo a costruire "la fuori". o anche "qui dentro".

Rachele ha detto...

mah, io se potessi uscire di casa e non fossi bloccata da una frattura alla spina dorsale costruirei "la fuori" al posto di scrivere "qui dentro"

v. ha detto...

Ho conosciuto due ragazzi, uno in Costa Rica, uno a Panama. Mi hanno raccontato dei loro viaggi per il mondo a spese dei rispettivi governi. Roger e' catalano e gira da nove mesi, Laurent belga e si gode il centro america da cinque mesi. Percepiscono entrambi il sussidio e con mille euro al mese guardano il mondo zaino in spalla.

Viaggiare in moltissimi paesi costa meno che vivere una frustrante esperienza lavorativa nel loro, dover pagare un affitto, comprare da mangiare. Purtroppo in Italia il sussidio non esiste e noi non possiamo fare come loro.

Ma sai una cosa che potra' suonare discordante? Ho deciso che forse per ora resto a Roma, ho pensato che nonostante tutto certe cose che ho in Italia non sono paragonabili, non sono scambiabili con nient'altro, altrimenti non capirei come fosse possibile vivere in tante citta' del centro america, come Managua, San Jose, Cartagena e via dicendo.

Quello che mi trattiene e' l'esatto contrario della rabbia e della frustrazione che provo a vivere in un paese come il nostro.

Emma ha detto...

post perfetto.
è piacevole vedere che qualcuno ha messo per iscritto le cose che avevo pensato quando ho visto il film.
un grazie triste.
Emma

Rachele ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Rachele ha detto...

grazie emma :)

 
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