ho visto il film dedicato a terzani, aveva ragione jacopo: la grandezza del giornalista e dell'essere umano è sminuita da una sceneggiatura da wikiquote e da personaggi al limite della caricatura. ma c'è una bellissima parte del film che porterò con me a lungo.
tra i tanti consigli che terzani dà al figlio folco, ce n'è uno che perde il valore di citazione da semi-guru. terzani dice al figlio di farsi una vita in cui riconoscersi. farlo è possibile, dice.
non è la possibilità di riuscirci, che mi ha colpita mentre ascoltavo. ma è la stessa concezione della vita come un atto in cui ci si può riconoscere o meno. non ho mai pensato alla mia, di vita, in questi termini. per quanto mi riguarda, la vita assomigliava più a un atto di comprensione che a un percorso in cui riconoscersi, mano a mano che si procede.
mi riconosco, io, nella mia vita? oggi no. mi riconosco in me stessa, ho imparato ad accettare le cose di me che io non accettavo e gli altri non capivano, ma non mi riconosco in ciò che faccio, nel luogo in cui vivo e nelle persone che abitano la mia quotidianità.
creare per noi stessi una vita in cui riconoscerci mi sembra un proposito così profondo da non poterlo ignorare.
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