martedì 22 marzo 2011

in cui comprerò un paio di scarpe da corsa

e questo sarà il mio primo acquisto da quando ho deciso, a inizio febbraio, di non comprare più nulla che non rientrasse nella categoria:
  • viveri
  • abbonamento dei mezzi
  • cene fuori: 1 giapponese, 1 cinese, 1 tedesca
  • visite mediche: come se piovessero
  • cinema: il grinta, il cigno nero, the fighter, parto col folle
l'esperimento non è stato condotto per le seguenti ragioni:
  • ero a corto di ceci su cui inginocchiarmi
  • derive autolesioniste-sadomasochiste-fiorettiquaresimali-alternachic
  • consumo critico (il consumo critico è tutt'altro, per inciso)
  • conversione ai gruppi di acquisto solidale (i gas sono un'altra cosa, per inciso)
  • conversione al consumo etico (il consumo etico è un'altra cosa, per inciso)
  • necessità di sentirmi migliore di tutto il resto del mondo
  • necessità di convertire alla mia (non) religione il resto del mondo
l'esperimento è stato condotto per la seguente ragione:
  • testare quanti dei miei bisogni (in termini di acquisti) fossero indotti e superflui e quanti, invece, necessari o per lo meno, forti abbastanza da resistere a questa semplice serie di domande: l'oggetto che vorresti acquistare ti serve? ti serve veramente? ti serve davvero davvero? ti serve davvero davvero davvero?
la maggior parte delle volte l'oggetto incriminato non ha superato la soglia della seconda domanda. ho così evitato di comprare (e vado a memoria, ma temo che la lista sarebbe più lunga di così): un netbook (169 euro), una borsetta nera (39.99 euro), una pashmina (19,99), un dvd edizione speciale di almost famous (4,49) e mi sono accorta che il 90% dei miei impulsi quotidiani all'acquisto sono indotti: dalla tv, dalle pubblicità, dal senso di inadeguatezza, dall'ansia, dal nervoso, dalle giornate sì e dalle giornate no.
oh, la scoperta dell'acqua calda, direte.
certo, non è una novità che i geni malvagi del marketing alimentino i nostri desideri più reconditi (per due o tre giorni ho desiderato fortissimamente un ipad, poi un iphone, poi la connessione internet in casa) facendo leva sulle nostre debolezze.
ma smettere di comprare per un periodo - anche più lungo di due mesi - permette di realizzarlo con più chiarezza. in che modo?
arrivando a desiderare fortissimamente un nuovo paio di scarpe da corsa, per esempio.
mi servono? sì.
mi servono veramente? sì, perché l'ultimo paio che ho avuto è finito in mezzo a una risaia quando mi hanno investita lo scorso maggio e quando sono tornata a casa dall'ospedale mia madre ne aveva recuperata solo una, di scarpa da corsa.
mi servono davvero davvero? sì, perché da qualche giorno so che potrò tornare a correre nonostante la vertebra rotta.
mi servono davvero davvero davvero? sì, perché se volessi andare a correre, ora come ora, dovrei scegliere tra gli stivali neri e un paio di all star dalla suola ultrapiatta. il mio portafoglio ringrazierebbe, le mie ginocchia e la mia spina dorsale no.

una volta comprate le mie desideratissime scarpe da corsa, non penso che ricomincerò a comprare come se non ci fosse domani. comprerò solo quando l'oggetto del mio desiderio supererà la fila di domande di cui sopra, il resto dei soldi li metterò da parte per viaggiare. non perché io sia una persona migliore delle peggiori fashion addict, ma perché sarebbe ora che il mondo occidentale si accorgesse che abbiamo tutto ciò che ci serve per arrivare all'ultimo dei nostri giorni senza sentirci privati di qualcosa. se come ragione questa non bastasse, ricordiamoci che il pianeta terra è uno spazio finito e che tutte le cose di cui ci riempiamo le mani prima o poi diventeranno troppe per essere contenute in un solo pianeta.

quanto a consumo etico, consumo critico, consumo condiviso (i gas): sono scelte di vita fatte per un motivo o per l'altro. condivisibili o meno, criticabili o meno. denigrarle o bollarle come roba da alterna-chic, però, mi sembra un po' da persone limitate.

2 comments:

Anonimo ha detto...

L'80% di quello che compriamo secondo me non ci serve, ed è pazzesco . Sto provando a fare la stessa cosa che fai tu da qualche settimana. Mi sono accorta di aver comprato due smalti perché costavano poco e perché non compravo qualcosa da un po'. La prossima volta mi faccio le 4 domande anche io e sono sicura che gli smalti rimarranno sullo scaffale di Kiko. :)
Blondeinside

Anonimo ha detto...

L'80% di quello che compriamo secondo me non ci serve, ed è pazzesco . Sto provando a fare la stessa cosa che fai tu da qualche settimana. Mi sono accorta di aver comprato due smalti perché costavano poco e perché non compravo qualcosa da un po'. La prossima volta mi faccio le 4 domande anche io e sono sicura che gli smalti rimarranno sullo scaffale di Kiko. :)
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