mercoledì 24 novembre 2010

in cui ho visto the social network

tre volte.
la seconda a un giorno di distanza dalla prima, la terza pochi giorni fa, a distanza di quasi un mese.
mi è piaciuto?
molto.
perchè?
ecco.
ora io non so argomentare in maniera forbita e ragionata quanto hanno fatto in molti (e quando dico in molti, intendo lei), ma so riconoscere un bel film da un brutto film.

come si riconosce un bel film da un brutto film? gli indizi sono pochi, ma facili da riconoscere:

  1. un bel film non lo vuoi interrompere a metà
  2. un bel film - uno di quelli belli davvero - ti stimola il cervello. e se è uno di quelli belli davvero il cervello lo puoi sentire, che si sta divertendo (e, no, da questo punto sono esclusi i rompicapo, troppo facile stimolare incasinando la trama)
  3. un bel film (come dice sempre lei) lo rivedresti. subito.

su the social network hanno scritto qualcosa tutti. dicendo che: era bellissimo, era noioso, era divertente, era irritante, era già visto, era il film dell'anno. riduciamo the social network a quello che è: un film.
e a questo punto poniamoci la domanda fondamentale: mi è piaciuto? sì.
questo dovrebbe bastare,
ma la gente poi ti chiede perchè e, ai tuoi perchè, è sempre pronta a controbattere in modo agguerrito.
a me the social network non è parso un film nuovo (anche perchè di nuovo c'è giusto avatar, e avatar mi ha fatto dormire, letteralmente), mi è parso un film bello.
bello tanto quanto the apartment, che è il film che cito sempre e continuerò a citare fino alla fine dei miei giorni.
the apartment è un film con una trama banalissima - lui ama lei lei ama un altro l'altro la usa perchè è sposato. quante volte nella storia del cinema si è ripetuto questo triangolo? infinite? infinite.
eppure the apartment è uno dei pochi film in grado di rendere questo triangolo nuovo, originale.
ecco, forse la bellezza di un film sta non solo nel raccontare qualcosa di nuovo, ma nel mostrarci qualcosa di vecchio sotto un nuovo punto di vista, in una nuova prospettiva.
(acqua calda, banalità, stai già sbadigliando? non importa, perchè se non si fosse notato questo spazio è pieno di banalità, ma banalità a cui sono arrivata in autonomia, che è sempre una conquista, se ci pensi).
the social network racconta la storia di uno sfigato che ha conquistato (temporaneamente) il mondo con un'idea che forse ha rubato. o forse no.
se l'avessimo dato in mano a nora ephron, the social network non sarebbe stato lo stesso (ovviamente), invece i produttori hanno scelto aaron sorkin e david fincher, che hanno saputo trasformare una trama 'normale' in un copione cupo e dal ritmo serrato. praticamente il corrispettivo di the apartment nella sezione drammi della videoteca sotto casa tua.
questo,
è il motivo principale per cui mi è piaciuto the social network.
poi possiamo parlare di un altro punto di forza del film: gli attori. tutti abbastanza bravi da scomparire dietro i loro personaggi, justin timberlake incluso, irritante e credibile nei panni di uno che ha veramente cambiato per sempre il mondo della musica.
ma sono queste, le cose importanti, in the social network? l'ascesa di nerd sociopatici che diventano miliardari? non ne sono tanto sicura. le storie migliori sono storie universali, e in qualche modo quella di mark zuckerberg lo è.
come lo so? perchè tutti almeno una volta nella vita ci siamo guardati alle spalle cercando di capire se quello che abbiamo fatto è davvero irreparabile. davvero grande. o, semplicemente, una cosa come un'altra.

3 comments:

cidindon ha detto...

hai scritto, evviva! LIKE. :)

Rachele ha detto...

con tempi biblici, ma ce l'ho fatta :)

lefthandofdarkness ha detto...

quello che loro hanno fatto, e noi facciamo, è sempre a causa di una donna

 
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