martedì 7 settembre 2010

in cui se l'amore va a mille miglia

finisce schiantato contro un muro. di banalità.

la sai una cosa: non ci sono più le commedie romantiche di una volta.
e non lo dico per strapparti un sorriso o un cenno d'assenso.
lo dico con cognizione di causa: la cognizione di causa di una che senza vergogna confessa di averle viste tutte, le commedie romantiche, da piacere sono un po' incinta a love actually passando per l'appartamento, harry ti presento sally e il matrimonio del mio migliore amico.

le ultime due viste, in ordine di tempo, sono state qualcosa di speciale con jennifer aniston e separation city, direttamente da wellington, nuova zelanda.

il titolo di questo post, invece, si riferisce all'orrenda traduzione di going the distance, la nuova commedia di drew barrymore e del suo fidanzato justin-mac-long. la stessa drew barrymore che ha diretto whip it? la stessa. è bello per una volta pensare tra sè e sè: torna dietro la cinepresa, drew. e non il contrario, per una volta.

ma tornando alle commedie romantiche: non riesco a ricordarne una prodotta dopo il 2000 che abbia retto il passare degli anni come:


  1. l'appartamento con jack lemmon e shirley mclain. un film del 1960 nonchè la mia commedia romantica preferita di sempre e per sempre e se non l'avete mai vista vi siete persi una sceneggiatura coi fiocchi (billy wilder, ça va sans dire) sorretta egregiamente da jack lemmon e shirley maclaine, che sono poi stati in grado di ripetere la magia con irma la dolce nel 1963. se fossi in voi correrei in videoteca. o su ibs. o su play. subito.
  2. e - datemi pure della scontata - harry ti presento sally. nora ephron deve essere stata sotto l'effetto di sostanze stupefacenti, perchè dal 1989 non è stata mai più capace di realizzare una commedia tanto onesta, sottile e divertente. con una colonna sonora che mi raccomando. billy crystal è finito nel dimenticatoio e meg ryan ha meno presenza scenica delle sue labbra palesemente rifatte. harry ti presento sally è un'epoca. e la sua fine.
mettetemi alla prova: le ho viste tutte, le commedie romantiche degli ultimi anni. e se ho un debole per sandra bullock, ricatto d'amore rimane da vedere solo per la location dove è stato girato (alaska? dai?!). no, nemmeno per gli addominali di ryan reynolds (molto più bello come supereroe biondo platino in paper man).
anche una cosina docile come fiore di cactus (1969) con walter matthaw e ingrid bergman batte senza sforzo qualsiasi (e dico qualsiasi) film di kate hudson. e non scelgo kate hudson a caso: kate è figlia di goldie hawn - che recitava giovanissima nel sopracitato fiore di cactus - ma della mamma ha ereditato solo le orecchie a sventola.
poi ci sono delle perle come his girl friday (1940, cazzo), di fronte a cui anne hathaway, jennifer aniston (con jennifer aniston ce l'ho particolarmente a morte, se ve lo state chiedendo) e jennifer lopez dovrebbero solo prendere appunti: i dialoghi e l'alchimia tra cary grant e rosalind russell sono inarrivabili. inarrivabili.
e non perchè bla bla bla cary grant bla bla rosalind russel e howard hawks bla bla. a me mitizzare (esclusi eddie vedder & bruce springsteen) non è mai piaciuto. mi piacerebbe, invece, vedere un'attrice con la presenza scenica di rosalind russell e un attore con la faccia insulsa da uomo qualunque di jack lemmon. dove sono?!
dove sono, per diana, le nuove leve del cinema di hollywood capaci di vestire la leggerezza di una commedia romantica con un velo sottilissimo e impercettibile di nostalgia, quella che shirley maclaine porta sul suo visino delizioso per tutti i 125 minuti de l'appartamento?

la mia conclusione, giunta dopo esser stata obbligata a vedere qualcosa di speciale e a scrivere una recensione che non fosse un elenco di motivi per cui jennifer aniston dovrebbe andare a zappare le cipolle al posto di farmi perdere tempo con commedie che non risvegliano in me nessun desiderio di incontrare la mia anima gemella (anzi), dicevo la mia conclusione è che raccontare una storia d'amore che faccia sorridere è difficilissimo.
l'amore piagnone è facile (vedi alla voce eternal sunshine of the spotless mind), anche l'amore depresso è facile (vedi alla voce greenberg o lost in translation) e pure l'amore chiacchierone (vedi alla voce prima dell'alba + prima del tramonto) ma l'amore nella complessità di tutte le sue sfumature e soprattutto l'amore leggero (ma mai stupido, altrimenti: ti presento judd apatow) quello c'è poca gente che sa raccontarlo.
raccontarlo è un po' come riuscire nell'impresa di far ridere la persona che ci piace e che abbiamo conosciuto da poco: un'impresa, appunto. ma sai soddisfazione, quando riesce.
un tempo, prima che rovinasse tutto con elizabethtown, cameron crowe lo sapeva fare.
500 days of summer? è bravo, ma non si applica.

cosa ci resta da fare?

  1. evitare come la peste letters o juliet, amore a mille miglia, eat pray love
  2. mettersi nell'ottica di recuperare al più presto possibile almeno l'appartamento, irma la dolce, scandalo a filadelfia e la signora del venerdì.
  3. e pregare perchè jennifer aniston venga rapita dagli alieni. o da tom cruise & scientology. (tra parentesi, se dio esistesse, si porterebbe via con lei anche katherine heigl)

17 comments:

Byron ha detto...

Se posso fare un salto nel 1995 aggiungo "Forget Paris", diretto da Billy Crystal, e anche "The American President" (diretto da Rob Reiner, scritto da Aaron Sorkin) che era la prova generale di The West Wing (WW ha dei dialoghi all'altezza degli anni '40, e non lo dico con leggerezza).

Io concordo in grandissima parte - come tu sai, fuggo dalle commedie romantiche come dalla peste - però Amelie? Juno? Entrambi sono finiti in un pozzo di twee ad essere sinonimo di melassa, ma ricordiamoci che in realtà sono due ottime commedie romantiche, ben scritte, con orizzonti più ampi del solito, e con personaggi femminili ben lontani dal mondo adolescenziale di Judd Apatow.

Su Lost in Translation avrei molto da dire per motivi più o meno personali, e lo so che non siamo sulla stessa lunghezza d'onda, per cui dico solo che secondo me non è per niente un film d'amore depresso. E' un film d'amore impossibile, questo sì...

prezzemolo ha detto...

Madonna com'è vero.
Io il matrimonio del mio migliore amico lo so a memoria, ho il dvd, l'ho visto in tv non so quante mila volte.
Devo dire che non mi sono lasciata scappare neanche Two week notice con Sandra Bullock e Hugh Grant.
L'unica che non mi sia dispiaciuta recentemente è Un amore di testimone, ma lì c'è D'rek che vale il 50% del film, poi spunta Owen che ai tempi non era Owen, insomma ha dalla sua della dietrologia. Per il resto vuoto.
Quelle erano le mie certezze, sciocche ma delle certezze. Adesso certe brutture, mamma mia.

Rachele ha detto...

byron: juno non ce la faccio a dire che m'è piaciuto, mi è sembrato confezionato troppo bene per gli indie-kids. poco onesto, ecco. amelie invece non l'avevo pensato come commedia romantica, c'hai ragione, c'hai.
su lost in translation parere discordante, ma ci sta :)

prezzemolo: ultimamente stiamo toccando il fondo. e una volta toccato vista la trama di letters to juliet cominceremo a scavare. carino il matrimonio del mio migliore amico, purtroppo io soffro di intolleranza acuta al dottore di grey's anatomy, quindi non ho apprezzato un amore di testimone :)

Isabella ha detto...

Io amo You have got m@il (tom hanks e meg ryan) e non vedo l'ora di vedere eat pray love dato che il libro mi sta piacendo moltissimo.
detto questo katherine heigl è davvero insopportabile.

Rachele ha detto...

isabella, a me meg ryan piaceva molto, ma prima che si riducesse alla caricatura di se stessa... idem tom hanks...

per quanto riguarda eat, pray, love ho letto il libro qualche settimana fa, l'ho trovato a tratti carino, a tratti molto irritante. del film non so cosa pensare. ho un debole per julia roberts ed eddie vedder ha scritto un pezzo per la colonna sonora. ma non mi pronuncio prima d'averlo visto :)

Byron ha detto...

Juno - point taken, direi che "ammiccante" è la critica che farei io. E' vero che ormai il modus operandi della commedia non è più la commedia genuina a sentimenti aperti, ma l'ironia un po' cinica e verbosa, però "disonesto" no, dai, le carte sono scopertissime fin dall'inizio - parla a un pubblico specifico per cui "nerd is not just funny, nerd is cool" e lo fa con consenso. Comunque a me Reitman piace molto, in effetti anche "Up in the Air" è una specie di commedia romantica, a pensarci bene.

"You've Got Mail" è il remake di un altro capolavoro degli anni '40, "The Shop Around the Corner", diretto da un altro genio della commedia e della scrittura cinematografica classica, Ernst Lubitsch. Inutile dire che lo straconsiglio a chi ama Tom Hanks/Meg Ryan (c'è James Stewart!) e a chi ama The Apartment... Oh, Lubitsch. Nel Museo del Cinema di Berlino hanno un cartello che Billy Wilder teneva appeso sopra alla sua scrivania con scritto "How would Lubitsch do it?" :-)

Isabella ha detto...

beh si ora meg ryan è orribile dopo i 20mila interventi plastici. però quel film rimane uno dei miei preferiti. a me il libro piace, ma sto trovando non poche critiche in giro xil web e non. ma non lo trovo cosi scontato e pieno di cliche come lo dipingono.

cfr commento di byron su..up in the air è un film bellissimo. anche qui non capisco chi lo ha criticato. altro bel film (se vuoi romantico, anche) stranger than fiction http://www.imdb.com/title/tt0420223/

Anonimo ha detto...

"50 First Dates"!

E adesso lapidatemi. :)

Fil

Rachele ha detto...

byron: su up in the air concordo, ma possiamo chiamarla commedia? non lo so mica. invece mi segno lubitsch: come farei senza di te? :)

isabella: up in the air vedi sopra, stranger than fiction secondo me aveva grandi potenzialità, ma ampiamente buttate in vacca! invece alta fedeltà?

fil: drew + adam sono un discorso a parte :)

Byron ha detto...

Ma vedi Rachele, secondo me il punto è proprio che il concetto stesso di commedia (e di conseguenza di commedia romantica) è cambiato. Forse il mondo è diventato più cinico, sicuramente meno sincero e semplice di venti, trenta, ottanta anni fa. Certo, le dinamiche di base tra uomini e donne sono sempre le stesse, ma il modo in cui vengono affrontate è sempre più aggressivo e predatorio (e manipolatore - vedi Knocked Up), o depressivo e confuso (Eternal Sunshine). Per me Up in the Air è una commedia - triste, ma commedia.

Scusate se insisto e butto altra carne al fuoco, ma ho pensato molto a questo argomento dopo il post di Rachele, e sono giunta alla conclusione che la commedia romantica dipende anche da un certo bilanciamento dei ruoli. A me pare che non ci siano tanti scrittori in grado di scrivere ruoli da commedia di alto livello per donne, e quindi per forza nelle commedie romantiche ci ritroviamo con Jennifer Aniston e tutta questa sfilza di filmetti mediocri se va fatta bene, e offensivi se va fatta male (tipo Leap Year, che orrore).

Mi spiego: un'attrice come Emma Thompson (per esempio, ma anche Cate Blanchett o Allison Janney) che ha iniziato la sua carriera nella commedia, oggi si ritrova sulla quarantina/cinquantina d'anni senza ruoli comici all'altezza del suo talento. Quindi o se li scrive da sola (Tina Fey - opinabile), oppure fa filmoni drammaticissimi (Meryl Streep), adattamenti letterari (Nicole Kidman), cose serie e impegnate (Angelina Jolie, per dire).

C'è una scena di Love Actually (un film che ritengo abominevole, scusatemi) in cui tutto ciò è dimostrato ampiamente, è la scena in cui Emma Thompson scopre aprendo i regali di Natale che suo marito Alan Rickman ha un'altra. Va in camera da letto e scoppia in un pianto silenzioso e devastante. E'un momento emotivo fortissimo, tragico e importante all'interno della costruzione strutturale della commedia romantica (pensate al tentato suicidio in The Apartment - i sentimenti nelle commedie romantiche devono essere veri, e ci deve essere un'equivalenza tra il dolore dell'amore perso e la gioia di quello trovato per avere un investimento emotivo nell' happy ending). E invece niente, in Love Actually è un momento di completa non-scrittura, lasciato in mano all'attrice. Ora, l'attrice in questione è bravissima e lo trasforma nel punto forte della scena, ma un'attrice meno capace (Jennifer Aniston, Julia Roberts, etc) senza il supporto dello scrittore rimane solo lì a piagnucolare e a sembrare patetica.

Insomma, secondo me senza scrittori andiamo poco in là. Siete stufe delle commedie romantiche moderne? Cominciate a scriverne voi :) Io il mio cast ce l'ho già in mente...

Anonimo ha detto...

... in chesssenso, "un discorso a parte", Rachele?

Secondo me sono bellissimi.

(Per non dire poi che poche cose son più vere del "banale" messaggio di quel film.)

Fil

Rachele ha detto...

non so. il mondo può davvero complicarsi? o semplificarsi con il passare degli anni? oppure si complica/semplifica la sua lettura?
se ci penso mi vien da dire che per certi versi la lettura dell'amore si è complicata e, simultaneamente, si è persa la giusta essenzialità nel raccontarlo. per un verso o per l'altro, ora ci piace calcare la mano: o sull'umorismo o sulla tristezza, o sull'impossibilità.

pensa a casablanca vs lost in translation: entrambi sono amori impossibili, ma con che sobrietà viene raccontata la storia, in casablanca, rispetto al compiacimento di sofia coppola.

per esempio up in the air mi sembra un film "vecchio", alla casablanca: molto essenziale, anche se george clooney ha troppa presenza scenica.

ti do ragione sul bilanciamento dei ruoli. e jennifer aniston è la dimostrazione lampante del fatto che le donne vengono ancora stereotipate, o - peggio - si lasciano stereotipare (persino quando sono dirette da altre donne, tipo nora ephron). per quello, ma te l'avevo già detto, mi era piaciuto (e ti era piaciuto,no?) così tanto whip it. che non è una commedia romantica, ma è un bel film di donne per donne e sulle donne.

Rachele ha detto...

fil
è un discorso a parte perchè loro due insieme mi piacciono moltissimo e non sono in grado di giudicarli lucidamente.
a parte gli scherzi, 50 volte il primo bacio vira troppo sulla demenzialità, per raccontare l'amore. e non so è come quando calchi con il pennarello e fai il buco nel foglio. poi ti tocca rifare tutto...

l'elena ha detto...

irma la dolce e l'appartamento!
rach, sei un idolo.
(però lost in translation è un gran film, secondo me.)

Byron ha detto...

Verisismo, Rach, era proprio quello che stavo cercando di dire: le dinamiche sono le stesse ma i modi di lettura e di narrazione si sono ipercomplicati (spesso a vuoto).

Sulla sobrietà di Casablanca non sono d'accordo. Un po' perché la tragedia è arrivare a Casablanca settant'anni più tardi avendolo praticamente già visto perché citato e rifatto ovunque e in ogni modo (per quanto il fatto che sia talmente un capolavoro che ne esce intonso quando lo si guarda adesso è testimone della vera e pura qualità), ma alla fine quando senti la frase "play it, Sam, play As Time Goes By" è impossibile non ridere un po'. Un altro po' perché guardandolo nel suo contesto - 1941, anno di guerra, di Citizen Kane, di star system al suo apice, di Hollywood post-proibizionismo - Casablanca è un prodotto cinematografico con tutti i crismi, e come tale risponde a certe neessità di box office che non sono così dissimilari da quelle di oggi. Insomma, è un film che amo e che indubbiamente è meraviglioso e che ha mille motivi per essere il classico senza tempo che è, però non credo che sia possibile ritenerlo un film modesto, minimale, contenuto. Ci sono grosse star (persino in ruoli minori, tipo Peter Lorre), un sottotesto politico filo-Americano da cartoni animati (la Marsigliese!), indulgenze varie nel set e nell'uso della camera, orientalismo come se piovesse, dialoghi per l'epoca scandalosi e osé.

Dico questo perché mi ha colpito il tuo confronto tra Lost in Translation e Casablanca come amori impossibili - non ci avevo mai pensato, e in effetti ci sta. Però dei due, visti nel proprio contesto di produzione e distribuzione e non in paragone diretto l'uno con l'altro, il più sobrio mi sembra Lost in Translation! :)

Per me Lost in Translation è un film di stile 'vecchio' nel senso migliore del termine, delicato e composto a livello di sceneggiatura (un po' calcato sì nella messinscena). La sua unica post-modernità è che la storia inizia e finisce prima della classica sceneggiatura di Hollywood, e che come la vita non ha risoluzione, conclusione, spiegazione.

Il problema di Sofia Coppola è che aveva una cosa da dire, e l'ha detta. Ora continuerà a fare film sull'alienazione e la vita vuota degli attori, e la fintezza della necessità di recitare di fronte agli altri quando non sai chi sei, e vincerà premi e ci romperà le scatole a morte.

Up in the Air, sì, verissimo. Ma d'altronde non riesco a pensare ad un altro attore che potrebbe reggere un ruolo del genere (fortemente demodé) come Clooney. A me ha ricordato molto Cary Grant, in quei ruoli di personaggio sgradevole eppure attraente che ha sempre interpretato alla perfezione.

Whip It spacca. (Ora abbattetemi, perché sul cinema posso continuare a oltranza...!)

Rachele ha detto...

elena: ricambio l'idolo. lost in translation sia chiaro non mi ha fatto schifo, ma non l'ho trovato così bello come tutti dicono / dicevano!

byron: abbatterti manco per manco. preferisco scroccarti il divano tra 2 settimane e continuare là le chiacchiere di cinema (và che ti interrogo su whale rider eh!) :)

Byron ha detto...

Visto ieri: sono preparatissima! Piaciuto molto.

Il cubo di casa aspetta te ;)

 
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