domenica 18 ottobre 2009

and even now, I don't want to go

il freddo arriva inaspettato di martedì pomeriggio, piomba su di me distaccato e gelido come le tue parole.
sarà un inverno lungo, fatto di traslochi da affrettare e case nuove da trovare.
di fronte a una distanza che si dilata, la tentazione è quella infantile di dare lo strappo finale. come per un cerotto che tira la pelle e punge, è meglio chiudere gli occhi, contare fino a tre, dare un colpo secco e il dolore sarà acuto, sì, ma solo per un breve momento.
poi arriveranno il freddo e l'intorpidimento, i sensi saranno offuscati dal gelo, e i ricordi.
la casa che chiamo casa ma che non ha nè muri nè tetto nè scale nè porte avrà una stanza in meno. tu che la abitavi, forse, te ne eri già andato da tempo.
l'altra casa - queste quattro mura, questa città - non è mai stata casa e nessuno dei miei traslochi verso altri luoghi è stato doloroso e difficile, complicato.
non ho interesse nè attaccamento per le cose che abitano la mia vita, ma per le persone.
non sento nostalgia quando sono lontana, e non vorrei rimanere quando sono vicina.
vorrei, questo sì, non dover lasciar andare gli altri.
ma anche questa crudeltà pare faccia parte della vita.

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