giovedì 13 agosto 2009

is it just that how we manage is not by love but force of habit?

Infinite possibilities, and all he can do is whine. You can do anything, you lucky bastard. You’re alive! What’s a little pain compared to that? [nathaniel fisher, sfu]

You don't have to live your life the way other people expect you to. [chris guillebeau]

People always say how you should be yourself. Like yourself is this definite thing, like a toaster or something. Like you know what it is, even. [claudiacrayon]

But at some point, I decided that, for me at least, happiness arose out of all I didn’t want or need, not all I did. [pico iyer, the joy of less]
invidio chi la sua felicità l'ha trovata dietro l'angolo, a qualche kilometro da casa, nella sua regione o entro i confini italiani.
io, da parte mia, procedo per esclusione, perchè non so dire chi voglio essere, quando, come, con chi o perchè. o meglio, lo sapevo fino a qualche mese fa, ma di fronte a una fila di no espliciti o silenziosi ho perso il senso di me stessa, delle mie capacità e dei miei sogni.
e i sogni, in risposta, hanno perso consistenza.
così uso il trucco di pico iyer e procedo per esclusione, appuntando - ogni volta che mi sembra chiaro a sufficienza - ciò che non voglio, o non voglio essere.
viaggiare aiuta, in questo come in altri casi.
e oggi capisco una cosa in più che non voglio:
rimanere immobile.

1 comments:

Elenik ha detto...

forse è (anche) per questo che sto bene qui. neanch'io so cosa voglio essere, né dove. è terribilmente difficile finire un corso di laurea sapendo che probabilmente quello rientra in ciò che non vorrei; e dico vorrei, e non voglio, perché temo che poi il bisogno di lavorare ti porti proprio nel regno del non sono io. credo sia un processo incrementale capirci, difficile, difficile, non per tutti ma per alcuni, come noi, che dobbiamo inventarci.
bacio.

 
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