che poi, tu dirai - ma allora, viaggiare per viaggiare, un posto vale l'altro?
io questa cosa ancora non me la sono spiegata: ma un posto non vale l'altro.
quando l'ho capito? in autostrada, su un pullman con i finestrini sigillati, una coca cola sgasata e un cartello intravisto di sfuggita che indicava the north.
la scozia, ho pensato alla fine di quelle settimane d'agosto, non è il mio posto.
ma poi, quali sono i nostri luoghi e cosa ce li rende così familiari da legarci a loro in maniera tanto definitiva?
dico, se escludiamo le persone e per un attimo pensiamo solo ai luoghi fisici, cosa ne rende uno più vicino a noi, rispetto ad un altro?
di posti meravigliosi, ne ho visti. nè tanti, nè pochi, eppure abbastanza.
ma: la scozia no, il portogallo no, la croazia no, la germania no, la francia no, la svizzera no
e: la nuova zelanda sì (maddai, davvero, massì), l'irlanda sì (dublino dublino dublino sì), lisbona sì
non ci sono minimi comuni denominatori tra i luoghi in cui mi sono sentita a casa (come del resto non ce ne sono tra le persone con cui mi sono sentita a casa): succede, e basta.
ma
ci deve essere una spiegazione
e
è scontato, ma altrettanto vero, dire che anche i luoghi che sentiamo ostili o neutrali sono luoghi da viaggiare.
è così perchè lo dico io?
no. perchè lo dice - più o meno - paul theraux a santiago roncagliolo, sulle pagine del país: "si fa turismo per divertirsi. i viaggi veri si fanno per la ragione opposta. un viaggio mette alla prova il tuo ingegno, la tua forza e la tua capacità di sopravvivenza".
e, in fondo, non è così anche per le persone che incontriamo?
i viaggi migliori sono quelli più difficili, le persone più belle sono quelle i cui paesaggi interiori sono ben nascosti.
e bisogna andare, e bisogna cercare. per trovare.
nella prossima puntata: perchè comprarti vestiti prada non ti servirà a salvarti dallo scioglimento dei ghiacci e dal conseguente innalzamento del livello dei mari. e annegherai come tutti gli altri.
io questa cosa ancora non me la sono spiegata: ma un posto non vale l'altro.
quando l'ho capito? in autostrada, su un pullman con i finestrini sigillati, una coca cola sgasata e un cartello intravisto di sfuggita che indicava the north.
la scozia, ho pensato alla fine di quelle settimane d'agosto, non è il mio posto.
ma poi, quali sono i nostri luoghi e cosa ce li rende così familiari da legarci a loro in maniera tanto definitiva?
dico, se escludiamo le persone e per un attimo pensiamo solo ai luoghi fisici, cosa ne rende uno più vicino a noi, rispetto ad un altro?
di posti meravigliosi, ne ho visti. nè tanti, nè pochi, eppure abbastanza.
ma: la scozia no, il portogallo no, la croazia no, la germania no, la francia no, la svizzera no
e: la nuova zelanda sì (maddai, davvero, massì), l'irlanda sì (dublino dublino dublino sì), lisbona sì
non ci sono minimi comuni denominatori tra i luoghi in cui mi sono sentita a casa (come del resto non ce ne sono tra le persone con cui mi sono sentita a casa): succede, e basta.
ma
ci deve essere una spiegazione
e
è scontato, ma altrettanto vero, dire che anche i luoghi che sentiamo ostili o neutrali sono luoghi da viaggiare.
è così perchè lo dico io?
no. perchè lo dice - più o meno - paul theraux a santiago roncagliolo, sulle pagine del país: "si fa turismo per divertirsi. i viaggi veri si fanno per la ragione opposta. un viaggio mette alla prova il tuo ingegno, la tua forza e la tua capacità di sopravvivenza".
e, in fondo, non è così anche per le persone che incontriamo?
i viaggi migliori sono quelli più difficili, le persone più belle sono quelle i cui paesaggi interiori sono ben nascosti.
e bisogna andare, e bisogna cercare. per trovare.
nella prossima puntata: perchè comprarti vestiti prada non ti servirà a salvarti dallo scioglimento dei ghiacci e dal conseguente innalzamento del livello dei mari. e annegherai come tutti gli altri.
6 comments:
Non posso che essere d'accordo.
E attendo la prossima puntata :D
Mmm, sì, forse, credo che i posti che ci piacciono di più sono quelli in cui vogliamo andare da tanto tempo, perché li abbiamo mitizzati sulla carta, nei film soprattutto, nelle storie di altri.
Per dire, il mio super viaggio in Mex dell'anno scorso è stato super per la compagnia e le cose fatte, ma continua a lasciarmi più senza fiato star sotto a Notre Dame che in altri posti.
:-)
Sui paesaggi interiori, beh, per quelli ci vuole un biglietto apposta, a tariffa non agevolata.
sono arrivata qui non so nemmeno io come. e prima di guardare all'indirizzo email, all'avatar, ai nomi di chi commenta, una cosa mi ha detto: dev'essere lei.
"it's cautiously into the dark, but you see before long that your eyes will adjust"
che bello, che sia tu per davvero. :)
Sul perchè ci sentiamo a casa in alcuni posti si e in altri no, mi sono interrogata tante volte; è una di quelle domande che continuano a ronzarmi in testa, alla ricerca di una di quelle risposte realmente dense di significato, credo.
La risposta però non ce l'ho, come non ho risposta sulle persone che ci fanno sentire a casa, ma forse esattamente come con le persone, ce ne innamoriamo e basta, di amori sempre diversi, che capitano in momenti diversi della vita, in periodi in cui i nostri desideri mutano o la nostra ricerca cambia.
Nella mia esperienza personale mi sono innamorata di un paio di posti: il primo perchè mi innamorai delle persone di quel posto, e il secondo perchè fu un viaggio in cui io per prima fui pronta all'idea di viaggio.
Ma sai Rachele, la vera felicità è di chi sa esserlo da solo e ovunque. Perchè solo chi sa fare questo riesce a condividere la propria felicità senza mai divenirne schiavo. E questa probabilmente è la cosa più difficile. E se c'è una cosa che ho imparato con il tempo è che esiste la felicità anche senza plurale (ma continuo fermemente a pensare che quella più bella sia al plurale!).
Un abbraccio :-)
...dimenticavo, questo è un capolavoro di Calvino, e secondo me non si discosta molto dalla verità...
"D'una città non godi le sette o le settantasette meraviglie, ma la risposta che dà a una tua domanda." [Italo Calvino]
diana: :)
alli: mah io avevo enormi aspettative sulla scozia e zero sulla nz, quindi mi sa che con me non è stato così.e neanche mare montagna città campagna funziona.sui paesaggi interiori concordo, niente low cost, mai :)
annika danimarchese sono ioo! ma certo che sono io! ma tu aggiorna, scrivimi, racconta! come sta andando?
acquadifonte: grazie per le parole :)
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